PPP | “È solo ciò che è stato”
Giovedì 18 Agosto 2022, a partire dalle ore 20, in occasione della “Notte Bianca | Cosa sono le nuvole” organizzata da Proloco Palagiano in collaborazione con le Associazioni del territorio e l'Amministrazione Comunale; ZNS project propone “È solo ciò che è stato” una mostra collettiva con gli artisti Pierluca Cetera, Alessia Marzullo, Antonio Milano, Cristiano Pallara e Claudio Zorzi, con testo critico di Giuliana Schiavone in Via Murat Art Container (Via Murat 9) a Palagiano (TA). A completare la serata, dalle 21:30 il reading dei Violent Scenes.
Nel suo romanzo Petrolio, rimasto incompiuto e pubblicato postumo, Pier Paolo Pasolini, con la solita dissacrante e dirompente lucidità, mette in scena le ambivalenze e le contraddizioni del suo presente. Un presente anche nostro, collettivo e non-finito, tra significati e tracce precarie, volubili e intrattenibili. Un presente che non si lascia comprendere nei suoi aspetti contraddittori e ambivalenti, nelle asimmetrie del potere, in quelle logiche imperscrutabili che disegnano la storia in corso. Un presente che si lascia facilmente dimenticare nella transitorietà di ciò che accade, di ciò che viene raccontato, regalato con irruenza allo sguardo e allo spirito critico, per poi confluire rapidamente in un passato che è sempre più illeggibile nella sua complessità.
“È solo ciò che è stato” è una frase tratta dal progetto incompiuto di Pasolini, un’opera che a distanza di cento anni dalla nascita del suo autore, è una programmatica chiave di lettura per osservare quanto accade, mettendo in luce, al contempo, il potenziale interpretativo dei linguaggi artistici rispetto alla sedimentazione di eventi che chiamiamo “storia”.
La pittura, del resto, è stata cara anche a Pasolini, il quale ha ricorso alla bidimensionalità della tela come spazio espressivo e narrativo radicale, indicando nei modelli pittorici i riferimenti per il proprio linguaggio cinematografico, come input essenziali e ricorrenti, anche nella definizione delle inquadrature utilizzate nel corso della sua traiettoria artistica.
Attraverso la pittura è possibile definire contenuti molteplici e non facilmente decifrabili, costruire e decostruire identità e contesti ambientali, ma soprattutto, narrare l’essere umano nella sua relazione con lo spazio sociale e con il tempo. In fondo, se la consapevolezza collettiva è inefficace e inerme, l’io si disperde, si frantuma e si corrode, acquisendo soggettività plurime.
“È solo ciò che è stato” è una mostra transitoria. Dalla durata circoscritta, in un tempo e in uno spazio preciso. Un progetto che parte dal basso, in un luogo che è stato al centro di scommesse, e che oggi scommette sull’arte, presentando le opere di cinque artist* che ricorrono al mezzo pittorico come denominatore comune, rileggendo la figura di Pasolini, il suo pensiero e la sua opera, ma anche, il suo punto di osservazione del mondo.
“È solo ciò che è stato” è una mostra sulle contraddizioni perché altro non ci è concesso dire. Restituendo però all’arte, quel potenziale performativo che crea il cambiamento, rimettendo in moto la scrittura della storia.
“Ultime notizie” è un dittico realizzato a olio su tela applicata su ferro arrugginito. Ricollegandosi all’iconografia sacra dell’Ecce homo, Pierluca Cetera (Taranto, 1969) ritrae la reazione ambivalente di due personaggi all’arrivo di una notizia che potrebbe essere quella della morte di Pasolini, oppure, di uno degli eventi tristemente in corso nella nostra società. Impassibile, Ponzio Pilato, si lava le mani (o applaude). In basso, un altro uomo ha le lacrime agli occhi. È la messa in scena dell’asimmetria relazionale tra ceti sociali, così al centro del pensiero di Pasolini, ma anche delle risposte emozionali contrastanti a ciò che accade messe in atto dalla collettività. Il materiale scelto è, invece, la ruggine, un rimando al mondo contemporaneo industriato e civilizzato.
“Omaggio a Pasolini” è l’opera di Alessia Marzullo (Canosa di Puglia, 1999) realizzata a olio su tavola intelaiata. Un omaggio che acquisisce una portata universale, diretto a chi vive di sensibilità, malgrado la diaspora di valori e significati che caratterizza e definisce il nostro tempo. Nelle cose apparentemente insignificanti, essenziali nella loro semplicità, nella rappresentazione dei luoghi e dei dettagli familiari, si annida una sensazione di nostalgia, preziosa energia che connette e riattiva. Nostalgia dell’assenza che radica. E spinge a cercarsi, a definirsi, a reinventarsi nel tempo.
“Ritratto di Pier Paolo Pasolini” è il titolo dell’opera di Antonio Milano (Putignano, 1994) realizzata a tecnica mista su tavola. Il ritratto offre un modello di sperimentazione efficace per analizzare la dialettica tra immagine e materia, tra superficie e profondità, nei loro aspetti antinomici e opposti. Attraverso tale ricerca è possibile così restituire le ambivalenze e le contraddizioni all’interno dello stesso percorso di Pasolini, tra elementi di innovazione e riferimenti storici, nel suo impegno sociale e civile, nella sua lucida analisi degli eventi, tra lo scorrere di un tempo che incide, corrode, sgretola certezze e fisionomie. Niente è dato per scontato, niente è fisso. Tutto ritorna alla materia, pura, aperta, sconfinata e imperfetta.
“Piccolo Borghesi” è l’opera di Cristiano Pallara (Lecce, 1976) realizzata ad acrilico su carta da spolvero. Un’immagine polisemica scaturita da un’osservazione realistica ed emozionale, attenta ai dettagli, al movimento apparentemente casuale delle forme di vita, concrete e simboliche, che transitano nel contesto ambientale. La pittura racconta senza dire, incide la materia, si tramuta in sensazione, lasciando emergere le contraddizioni della vita moderna. Il dettaglio diventa universale, il particolare si apre ad interpretazioni plurime, raccontando i meccanismi della società neocapitalista, e la sua adesione al conformismo borghese, nonché la sua devozione alla stasi. Lo sguardo si arrende a un senso di inadeguatezza rispetto a quanto osservato, ma anche, all’imprevedibilità di risposte che forse (mai) giungeranno.
“Trasmutazione” (ritratto di Pierpaolo Pasolini) è invece il titolo dell’opera di Claudio Zorzi (Gioia del Colle, 1989), realizzato ad acrilico e olio su tela. Nella sua pratica, la pittura diventa una forma di preghiera laica, una registrazione visiva e percettiva organizzata in codice linguistico basato sulle sintassi cromatiche, e sugli effetti luministici, tra apparizione e decostruzione, dove la figura umana è lo spazio dell’azione tra forze, non necessariamente armoniche, luogo del cambiamento costante, delle identità in transito, dell’asincronia del tempo. Di ciò che del mondo è indefinito e indefinibile, mutevole e instabile, ma diventa tangibile grazie al potenziale percettivo della materia pittorica.
“È solo ciò che è stato” è una mostra aperta, non-finita, che accoglie al suo interno, tra verità e finzione, realismo e dimensione simbolica, i punti di vista, le ambivalenze e contraddizioni del presente, accostandosi a una lettura provvisoria ed emozionale di quei meccanismi in corso nella società contemporanea, una dimensione che Pier Paolo Pasolini ha saputo leggere e decostruire instancabilmente nelle sue opere.
Ospiti della serata i Violent Scenes (Giorgio Cuscito: voce; Antonio Iacovazzi: elettronica, field recordings) leggono "Che cosa sono le nuvole?" una reinterpretazione dell'omonima favola di Pier Paolo Pasolini, pubblicata nel 1968 sotto forma di cortometraggio nel film "Capriccio all'italiana".
Giovedì 18 Agosto 2022, dalle ore 20:00 alle 00:00, tutti invitati a “È solo ciò che è stato” in Via Murat Art Container (Via Murat 9) a Palagiano (TA), in una “Notte Bianca” tutta da scoprire.
Per informazioni
ZNSproject APS
Margherita Capodiferro
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